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Valsavoia

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Il feudo di Valsavoia fu distaccato da quello di Armiggi (o Armicci che si trovava nel territorio di Lentini, Siracusa) quando Carlo Gravina-Cruyllas La Valle e Scammacca...

Posizione

Sicilia
Sicilia, Italia

Coordinate

37.33980 • 15.00344

Stato

Verificato da Unny

Descrizione

Il feudo di Valsavoia fu distaccato da quello di Armiggi (o Armicci che si trovava nel territorio di Lentini, Siracusa) quando Carlo Gravina-Cruyllas La Valle e Scammacca, fu investito su questo feudo da re Ferdinando III di Sicilia (IV di Napoli) del titolo di Principe di Valsavoia (commutato da Mazzarà) nel 1763. Detto Carlo, al momento dell'investitura, era già II Barone di Armiggi (o Armicci) – investitura del 27 dicembre 1745 – e III Barone del Cugno (o Cugno di Mazzano), ma non ne prese investitura. I tre titoli rimasero nella stessa Famiglia Gravina-Cruyllas fino a quando Giuseppe Gravina-Cruyllas e Scammacca, V Principe di Val di Savoja, morì nel 1889 celibe e senza discendenti diretti. Un suo procugino, Don Paolo Moncada Paternò Castello e Crescimano (1807-1894), eredita i titoli nel 1889 come successore nel grado, cui a sua volta spettava come discendente diretto di sua nonna Isabella Gravina y Cruyllas, figlia di Don Carlo Gravina y Cruyllas La Valle e Scammacca primo acquisitore del titolo di Valdisavoia nel 1763). Il figlio del menzionato Paolo, Don Francesco Moncada Paternò Castello (1855-1928), il 15 febbraio del 1906 fu investito del titolo di VII Principe di Valsavoia da re Vittorio Emanuele III (Re d’Italia dal 1900 al 1946). Da Don Francesco Moncada Paternò Castello, morto celibe e senza figli nel 1928, il titolo passò a suo nipote Don Pietro Moncada Paternò Castello (1893-1974), VIII Principe di Valsavoia, e da questi al suo unico figlio Vincenzo (n. 1933). Lungo la strada provinciale Lentini-Valsavoia si trova un villaggio preistorico della prima età del Bronzo, risalente al periodo castellucciano (1800-1400 a.C.), con una necropoli con tombe a grotte artificiali. Il sito è oggetto di vincolo dal 1983. Fonte Wikipedia. L’insediamento preistorico di Valsavoia è molto conosciuto nell’ambito della preistoria siciliana in quanto vi sono importanti tracce di un insediamento dell’età del bronzo antico. La contrada è costituta da una serie di basse colline calcarenitiche pesantemente intaccate da vecchie attività di cava. L’area relativa alla necropoli, miracolosamente sfuggita a questo tipo di interventi, si apre a meridione e rivela la presenza di una serie di tombe scavate nella roccia aventi ampi prospetti. L’insieme della necropoli non si presenta compatta ma estremamente diffusa, con le singole tombe molto distanziate o raggruppate in un numero mai maggiore di 4/5 tombe. Quasi tutte le tombe preistoriche di Valsavoia sono costituite da ampi padiglioni spesso preceduti da lunghi dromos i quali rientrano all’interno della categoria delle tombe a prospetto monumentale: in particolare una di esse presenta un prospetto che raggiunge gli otto metri di lunghezza ma priva dell’ingresso in quanto non completa. La necropoli fu scavata da Paolo Orsi nel 1899, egli rinvenne oltre ai corredi del bronzo antico riferiti alla cultura di Castelluccio, anche materiali di epoche successive fino all’età del ferro, segno inequivocabile di un riutilizzo delle camere sepolcrali. Egli testimoniò anche riutilizzi in età bizantina. Nel 1981 gli archeologi tornarono sul sito attraverso una serie di scavi condotti dalla Soprintendenza di Siracusa nei pressi della masseria Cattivelle portando alla luce il villaggio preistorico. Questo era costituito da capanne con muri a secco e strutture molto simili a quelle rinvenute al sito coevo di Torricella ovvero grandi muri curvilinei che avrebbero avuto lo scopo di recinti per animali o per confinare gruppi di capanne. Fonte Sicilia fotografica.